Che sia arrivato il momento di dire basta? Che è ora, dai..
Si, perché quando non basta guardare davanti a se, allora, va bene, guardiamoci indietro sulla strada percorsa. I frammenti preziosi sono lì, lasciati per caso o per fortuna al loro magico posto. Ed ora li voglio ritrovare tutti, prenderli uno ad uno e osservandoli attentamente capire cosa possono regalarmi ancora.
Ci sono certe pietre che non smettono mai di splendere, ci sono passioni che non passano e ci sono certi giorni in cui questa pazzesca verità ti taglia la strada per dire ehi..? Sono sempre qui con te..
VIAGGI - LUOGHI - RACCONTI
domenica 20 novembre 2016
lunedì 7 aprile 2014
Destinazione Los Roques
CHE
PROFUMO HA IL PARADISO?
Tra il mare dei Caraibi e l'Oceano Atlantico, al largo delle coste del
Venezuela esistono perle di terra, sperdute nel mare turchese: l'arcipelago di
Los Roques. Delle circa 300 isole di cui è composto solo 42 sono abbastanza
grandi da avere un nome. Tutte sono comunque piccoli atolli, cayos e
banchi di sabbia percorribili in pochi minuti o appena affiorati sul mare.
Tutto ciò che è stato scritto su questo arcipelago corrisponde a verità: si
tratta di uno dei luoghi più belli al mondo, sperduto in un mare che offre ogni
possibile sfumatura e tonalità di azzurro, rigurgitante di pesci, granchi,
razze, aragoste e stelle marine, e da mille varietà di uccelli dai colori
brillanti. L'aria è intrisa di profumi, le notti trasparenti e magiche, i
giorni vivaci e allegri. Tutto, dal clima, al mare, alla terra e i suoi
abitanti, sembra perfetto: un paradiso nel vero senso
della parola.
Una volta atterrati nel piccolo aeroporto sulla spiaggia le prime sensazioni sono confuse e intense. Il riverbero, il caldo, la brezza e nessun rumore di motori, solo le eliche del piccolo aeroplano che pian piano si fermano. E laggiù il blu a perdita d'occhio.
Una volta atterrati nel piccolo aeroporto sulla spiaggia le prime sensazioni sono confuse e intense. Il riverbero, il caldo, la brezza e nessun rumore di motori, solo le eliche del piccolo aeroplano che pian piano si fermano. E laggiù il blu a perdita d'occhio.
E' per tutti questi motivi che vale la pena affrontare un viaggio lungo e
un pò avventuroso. Partendo dall'Europa, infatti, vi aspettano circa 9 ore di
volo intercontinentale per raggiungere il Venezuela e da qui occorre imbarcarsi
sul famoso e famigerato volo interno in bimotore che da Caracas porta
all'aeroporto sulla spiaggia di Gran Roque, l'isola principale e l'unica
abitata dell'arcipelago. Proprio questo tipo di viaggio ha fatto da deterrente
al turismo di massa e ha salvato Los Roques che ha potuto così trasformarsi,
dal 1972, in parco nazionale marino.
Circa venti anni fà ci fu comunque un momento di immigrazione che portò molti
italiani a trasferirsi qui e ad aprire alcune posadas per accogliere i
turisti. Fortunatamente gli imprenditori del turismo e amanti del mare hanno,
per la maggior parte, seguito le usanze locali e rispettato l'ambiente
adattando le vecchie case dei pescatori a strutture per i turisti. Delle circa
50 posadas presenti a Gran Roque alcune sono davvero belle e curate, spartane
ma comunque accoglienti. Pare che, per una volta, il profitto non abbia
prevalso sull'amore e il rispetto per il mare. Perchè ciò che porta a Los
Roques è assolutamente questo amore, che qui esplode in tutta la sua forza!
La semplicità della vita dell'arcipelago può spaventare: nelle piccole
strade di sabbia non ci sono marciapiedi, negozi e locali, nessun veicolo
tranne il camion per la spazzatura, nessun rumore tranne quello delle voci e
delle barchette che si allontananno dal porticciolo. I roquenos sono
scalzi e sorridenti. E si divertono un mondo a guardare le faccie di chi, come
me, per la prima volta atterra in paradiso. Lo stupore e la felicità che improvvisamente ti si stampano
in viso sono davvero impressionanti.
Questa è una terra mai banale e piena di sorprese. Ogni giorno gli abili
barcaioli insieme al personale della posada saprà suggerirvi l'isola più
adatta. Per fare vita di mare occorre
anche un pò di disciplina e molta essenzialità: perciò in piccoli gruppi ci si
imbarca a seconda della propria destinazione, sulla diverse e poche barche al
porto. Ognuno ha l'attrezzatura fornita dalla posada: l'indispensabile
ombrellone e il pranzo, oltre a costume e necessario per lo snorkeling o altri
sport acquatici. Tutto ciò che si porta fuori deve tornare indiero senza
lasciare traccie.
Le dimensioni ridotte delle isole e la generale disponibilità degli
abitanti offrono al visitatore l'opportunità di esplorarle a fondo scoprendo segreti spesso inaspettati. In circa dieci giorni ci si può fare una buona idea
di tutto l'arcipelago visitando Madrizqui, Crasqui o Noronquises, o
allontanandosi fino a Boca de Cote,
Carenero e Cayo de Agua. Ognuna propone la sua particolarità: dalle conchiglie
giganti sulla spiaggia, alle lingue bianchissime di sabbia in mezzo al mare,
dalle lagune verde smeraldo, al fondale punteggiato di stelle marine. Un
crescendo di emozioni assicurato che culminerà nel vostro giorno perfetto
ovvero quando si arriva nella propria isola preferita. Quella in cui vedi una
sfumatura di turchese che mai hai visto prima e che non immaginavi esistesse,
quella che faticherai a lasciare quando è ora di partire alla sera, quella che
porterai con te ovunque.
A Los Roques si combatte per preservare l'ambiente, per non distruggere
la flora e gli animali marini e per vivere al riparo dall'inquinamento e dal
caos del mondo. Non è facile, dicono gli abitanti, ma chi arriva e si innamora
dell'armonia di questo paese non può non essere d'accordo con loro. A Los
Roques si va per una vacanza, come spesso accade farciti di sicurezze e pregiudizi,
che ben presto qui, per fortuna, si dimenticano. Si torna invece ricchi di
esperienze semplicissime ma intense e profumate di armonia. Incredibile, indimenticabile Los Roques.
martedì 25 giugno 2013
lettera da un'amica
Amerò anche te, ugualmente come tutte le cose splendide che hai portato via da me,
ti amerò e ti fotterò ogni volta che mi rincorrerrai.
Fai parte di ogni mia energia, di ogni mia singola parte vitale
ma ti amerò per sconfiggerti e per non lasciare che la tua subdola frenesia
annulli la mia vita e ne faccia la farsa che tu tanto ami.
Solitudine assassina non vincerai.
martedì 29 gennaio 2013
TRIESTE che sorpresa!
La sua piazza principale (Piazza
dell’Unità d’Italia) è quella che si definisce “una della più belle d’Europa”,
e lo è, senza alcun dubbio. Il suo Castello di Miramare, bianco e
all’orizzonte, è imperdibile. Ma a parte le cose già conosciute la controversa
Trieste offre tante, tante sorprese. Innanzitutto la classe di una città
placida, ordinata, ricca e inaspettata. Come raccontano i suoi abitanti, pare però
che sia rimasta in attesa di un futuro promesso. La scena era pronta: sontuosi
palazzi, larghi viali, teatri e caffè che dal dopoguerra la iniziavano a
diventare la protagonista di quella parte d’Italia. Qualcosa ha disatteso le
grandi aspettative di Trieste che rimane placida a guardare il golfo dalla sua
gigante piazza e offre a cittadini e turisti una vita serena.L’amore per i vini e le
produzioni vitivinicole di questa area geografica è ben nota e a pensarci,
sembra quasi di vederli i giovani e non più giovani triestini che nelle fredde
sere di bora si ritrovano all’Osteria da Marino. Un locale storico, nel
quartiere antico della città. Esiste dal 1925 come caffetteria, poi nel 1940 è
stato trasformato da Marino in un luogo davvero caratteristico. Basta pensare
che la carta dei vini offre ben 700 etichette, anche estere, oltre a una vasta
scelta di rum, whisky e grappe. Il sapore rustico del locale si respira a pieni
polmoni, dagli arredi d’epoca alle foto, dai ricordi ai cimeli appesi ovunque.
La cucina è in pratica una piccola stanzetta a vista all’interno della sala e
da lì arrivano piatti gustosi come la zuppa di cipolle, la salsiccia luganega con
crauti, i salumi d’oca accompagnati da lardi e formaggi locali. Da ricordare e provare
per un brindisi è un buon calice di Glera, vino bianco asciutto e delicato,
quasi un inno alla placida Trieste.
martedì 4 dicembre 2012
MILANO e la sua terrazza
Se
volete immergervi nel milanese style, se volete trovarvi nel salotto
di una delle città più glamour del mondo allora prendete posto
sulla terrazza del celebre store La Rinascente. Lassù al settimo e
ultimo piano del palazzo, dopo varie ore di shopping sfrenato, vi
potete riposare in uno dei punti ristoro del gruppo La Rinascente
Food and Restaurants: il Maio.
Più
in centro di così non si può, si trova a fianco del Duomo con vista
panoramica sulle guglie, uno spettacolo a cui non si assiste tutti i
giorni.
E
questo potrebbe bastare per fare un passaggio di qui e ricredersi sui
luoghi comuni che colorano le conversazioni su Milano. Invece c'è
ben altro. Il menù è ottimo e sorprendente, i piatti ricercati e
colorati. In particolare occorre assaggiare il risotto! Non il solito
alla zafferano, che rimane sempre buono, ma quello alla zucca, code
di scampi e erbe provenzali: li supera tutti.
Dopo
un ottimo pranzo, cena o drink in terrazza (sono aperti 7 giorni su 7
in perfetto stile milanese) si scende nello store, per nuovi acquisti
o semplicemente per guardarsi intorno. Per farsi un'idea di cosa
accadrà di nuovo nel mondo, perchè a Milano sei sempre un passo
avanti!
Per
qualche ora si ha l'occasione di fuggire dallo smog tremendo e dalla
folla del centro e di ammirare, con notevole sorpresa, un'essenza
diversa di questa eclettica città.
giovedì 15 novembre 2012
MADRID e il mercato di San Miguel
Tra un volo intercontinentale e uno domestico ho qualche ora da trascorrere a Madrid. Mi dirigo, senza dubbi, verso il famoso e incredibile mercato di San Miguel.
La struttura attira già le mie simpatie: il ferro battuto di inizio XX secolo fa decisamente atmosfera retrò, con un pizzico di romanticismo.
Fu restaurato nel 1999 e da tipico mercato cittadino si è in breve trasformato in posticino radical-chic. Per questo motivo non è consigliato per fare la spesa, i prezzi non sono molto convenienti per grandi quantità, ma proprio qui troverete un concentrato della città divertente e gustosissimo con le famose tapas!
All'entrata sarete accolti da una distesa di salamini, bocconcini e prosciutti! A sinistra il banco del pesce con assaggi di ostriche e acciughine per poi proseguire nel cuore del mercato dove abbondano e fanno l'occhilino olive dalle mille farciture, infilzate in spiedini o singole e succulente. Il tutto in formati take way, veloci e economici.
Può mancare la birra in Spagna? Certo che no, per solo un euro si beve la "cervezita" e con qualcosa in più si ottiene un ottimo bicchiere di Merlot locale.
Esiste anche un banco di specialità italiane, ma lasciamo stare, per questa volta!
Al centro di questo girone golosissimo ci sono i tavoli che diventano un ottimo punto di osservazione per rubare, in pochi minuti, l'essenza di Madrid.
lunedì 1 ottobre 2012
La città luccicante
E' in una splendida cornice naturale e paesaggistica
fatta di eucalipti, pini marittimi, dune
avvolgenti e tramonti variopinti che sorge
una delle più apprezzate località del Marocco: Marrakech. Sorta ai
piedi delle cime innevate dell'Atlante, sontuosa, esuberante e
mutevole, Marrakech è considerata la capitale meridionale e richiama
mercanti e commercianti anche da molto lontano. Appena si arriva in
città salta agli occhi il colore dominante: il rosso. Dalla terra
dei campi che circondano la Medina, alle case, ai tetti, ogni cosa
possiede una sfumatura di quest'intenso e simbolico colore. Come nel
caso di altre città marocchine, la parte vecchia e la ville nouvelle
di Marrakech hanno circa le stesse dimensioni. La parte vecchia della
città comprende naturalmente la Medina, centro storico composto da
piccole e intricatissime vie. Il punto focale è la Jemaa el-Fna,
l'enorme piazza diventata il palcoscenico di una miriade di attività.
Qui si concentra l'essenza del Marocco, i colori dipingono ogni
bancarella, i mercanti vi ammaliano con maestria e furbizia.
Acrobati, giocolieri, strimpellatori itineranti, scrivani, musicisti
e molto altro, tutto ciò fa parte del grande spettacolo, ai margini
esterni della piazza ci sono, poi, le bancarelle di frutta e di
succhi e i venditori di erbe per curare ogni genere di malanno.
Questo luogo di incontro assolutamente originale è stato dichiarato
nel 2001 dall'Unesco "capolavoro del patrimonio orale e
immateriale dell'umanità". Se la Jemaa el-Fna è famosa per
l'energia, la sua vitalità e l'atmosfera magica, I Souq della Medina
di Marrakech sono invece rinomati per la varietà dei loro prodotti
artigianali di ottima qualità ed anche per gli spettacoli inconsueti
di incantatori di serpenti o dentisti a cielo aperto. Le vie dei souq
sono un vero e proprio labirinto e vagabondando tra esse si ha modo
di osservare gli artigiani al lavoro mentre confezionano pantofole,
tessono coperte, tingono tessuti o forgiano metalli. Decisamente
un'altra dimensione, dove il profumo di zafferano, cumino, pepe nero
o verbena incantano l'olfatto. Dove si possono acquistare mandorle,
datteri olive mentre sui banchi degli speziali stanno allineati vasi
di henné, ghassoul, estratto di rose, muschio e ambra. Per chi cerca
un'esperienza sensoriale particolare e unica nel suo genere occorre
addentrarsi anche nel quartiere delle concerie. Lo spettacolo che vi
si presenterà non è per stomaci deboli: a cielo aperto sono
disposte le pelli intere degli animali che vengono lavorate e appese
ad asciugare su tutta la parete di case. La cosa particolare è che
qualunque piccola guida locale vi abborderà, senza che nemmeno ve ne
accorgiate, e vi trascinerà via via sempre più all'interno di
questi laboratori. Calpestando le pelli e camminando sui piccoli muri
che delimitano le vasche. Poi, con grande sorpresa e un certo
sollievo si riaffiora nei vicoli attraverso il negozio della stessa
conceria in cui sono esposti i prodotti artigianali di ogni tipo e
colore.
Per dormire a Marrakech occorre assolutamente scegliere
un antico palazzo ristrutturato o Riad. L'atmosfera da “Mille e una
notte” si aprirà davanti ai vostri occhi in tutto il suo
splendore. Questi edifici sono antichissimi e appartenuti alle
famiglie più importanti del Marocco. In epoca moderna sono stati per
la maggior parte rilevati da stranieri e trasformati in hotel di
lusso mantenendo però tutta l'arte e la bellezza originaria. Nel
cortile interno, cuore del palazzo, si trovano colonne e fontane
riccamente decorate con porcellane e marmi. Tutt'attorno le stanze
con i letti a baldacchino, i piccoli tavoli d'argento e i soffitti in
legno. Entrare in un riad significa entrare nella vera essenza di
Marrakech accompagnati da sensuali profumi che incantano.
E a proposito di
piaceri intensi e sensazioni indimenticabili come non parlare della
cucina locale, universalmente riconosciuta e apprezzata,
fatta di mille specialità regionali e sapori diversi. Dalla città
passavano le carovane partite da Timbuctù, dirette al nord e cariche
d'oro e di ogni genere di spezie. La cucina di Marrakech è non a
caso la più speziata del paese. Il piatto nazionale per definizione
è il cous cous (o kasksou) una pietanza unica a base di semola di
grano e orzo cotta a vapore che si può abbinare alla carne, al pesce
o alle verdure. A Marrakech, nella stagione giusta, si può provare
la varietà di cous cous a base di zucca o con i ceci, gustato con
una salsa di cipolle e uvetta e spezie. Un'altra specialità
marocchina sono gli stufati di carne tajine che devono il loro nome
dalla caratteristica pentola di coccio dal coperchio a forma di cono.
In giro per le strade della città e nella stravagante piazza Jemaa
el-Fna si possono, poi, trovare e gustare il kabab di carne d'agnello
o di frattaglie aromatizzato al cumino e coriandolo fresco, gli
spiedini quodban, deliziose salsicce speziate di vitello merguez,
spiedoni di agnello mechoui spalmato con burro e spezie. Ma anche
zuppe chorba di legumi e verdure, sardine e sogliole fritte,
insalate. Tutti i piatti sono solitamente accompagnati dal pane khobz
di farina di grano, leggermente lievitato e con forma circolare che
serve spesso da vera e propria posata per sollevare e mangiare le
altre specialità. Infine non si può certamente lasciarsi scappare
un assaggio del famosissimo tè alla menta che vi verrà offerto
ovunque e a qualunque ora, un rito che disseta, riscalda rimette in
forma e che non si rifiuta mai, ricordando l'antico proverbio per cui
"un tè senza la menta è come una notte senza la luna".
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